martedì 7 luglio 2009

Drakensang

Ispirato all’ottimo gioco di ruolo tedesco, portato in Italia sul finire degli anni 80 col nome “Uno sguardo nel buio” e di cui fui un appassionato giocatore (conservo ancora il libro e le schede personaggio) Drakensang è il nuovo Rpg di Fx Interactive, nota Software House famosa per la qualità dei suoi prodotti e il prezzo decisamente competitivo, tanto che quest’ultima fatica costa meno di 20 euro.

Tradotto completamente in Italiano, con un doppiaggio di ottimo livello, si rivolge agli amanti degli Rpg vecchio stile, privo di alcune semplificazioni viste in titoli come l’acclamato Oblivion o Gothic, si avvicina idealmente a Neverwinter Nights 2, ma conserva una struttura forse più ostica, che alcuni definirebbero più profonda.

La nostra avventura inizia con una lettera e un viaggio, e le prime pratiche di familiarizzazione con interfaccia, tematiche e possibilità, gestite da un complesso di schede abbastanza ordinate, ma che rivelano subito una possente possibilità di personalizzazione del nostro alter ego.

Graficamente troviamo un motore, secondo me, ottimo, con una resa veramente sorprendente dei personaggi, forse carente in una certa tendenza al bad clipping, ma ottimizzato alla grande tanto che posso tranquillamente viaggiare a dettaglio elevatissimo con la mia 8600M GT a un frame rate medio di circa 30-35 fps a 1280x800.

Anche per questo è un prodotto che si percepisce creato con evidenti diverse finalità rispetto agli Rts concorrenti, destinato a una fruizione e un’esperienza secondo me più immersiva e profonda, ben confezionato e con una storia che diventa subito fulcro di incredibili peripezie, in linea diretta con le tematiche di “Uno sguardo nel buio”.

Proprio questo lo rende interessante, visto che si è investito di più nella parte narrativa piuttosto che su quella artistica, curata anche questa senza dubbio, ma che vive nell’ombra della componente Rpg pura.

I difetti sono sostanzialmente nella gestione del Party, che non sembra molto reattivo e spesso tende a non seguirci, oltre che nelle inquadrature non ottimamente gestite: per tutto il resto ci troviamo di fronte un gioco che, secondo me, non sfigura con i grandi e anzi mantiene certe dinamiche classiche dei giochi di ruolo che in alcuni casi mi hanno ricordato il mai dimenticato Badurs Gate.

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