Ieri ho pubblicato un articolo dove segnalavo un videogioco, venduto a 9,90 Euro, di discreta qualità. Oggi mi hanno riferito che si trova già illegalmente.
Era una mia scommessa personale che ho vinto, e un'altra cocente sconfitta dell'ormai deviato mercato PC.
Purtroppo nel nostro paese a fronte di un ascesa dell'Hardware, e un nuovo mercato fatto di prodotti dove è fondamentale la registrazione on-line con diversi tipi di abbonamento, tutto il resto soffre, boccheggia davanti alla possibilità, non frenata da un minimo di senso civico, di avere gratis quello che altri pagano.
Ieri recandomi in un noto negozio di elettronica, tanto per rincarare la dose, nel reparto DVD, mi ha incuriosito una buffa e felice famigliola, intenta a osservare il reparto "Blue-ray", con il capo famiglia che era ratto a segnare su un quaderno qualcosa, che pensavo fosse una semplice nota di cosa comprare, ma con orrore mi sono accorto che stava annotando quello che poi a casa si accingeva a scaricare.
Questa è l'Italia, certe volte mi sono quasi vergognato di essere un onesto cittadino che se vuole qualcosa, prodotto con fatica da qualcuno, lo compra, se ha la possibilità, o aspetta che scenda di prezzo, se lo trova al momento irraggiungibile, ma comunque lo considera un acquisto piacevole.
Ho sentito gente criticare i prezzi, altri che scaricano per "testare" un acquisto, persone che nell'impossibilità di avere legalmente scelgono bramosi la strada dell'illegalità.
Io non ci credo alle giustificazioni, anzi credo che sia uno dei pochi mercati dove si ha veramente un'ampia scelta e dove il giocare sia sostanzialmente un passatempo "superfluo" nell'economia domestica.
Se un gioco esce a 60 euro non muore nessuno se lo si gioca il mese dopo alla metà, ma la bramosia di averlo subito, che sembra nell'immediato una doppia furbizia (verso chi vende e verso chi acquista legalmente) nel capitolo successivo dello stesso gioco si pagherà dazio triplo, se il capitolo successivo si farà per PC, e pagheranno tutti, pirati o no.
Sento molti criticare il controllo del gioco originale on-line, tanto che Mass Effect è stato rilasciato con la paura di scontentare anche gli acquirenti onesti ed è stata scelta una via conservativa, ma io capisco chi vede da anni i propri profitti minati incessantemente.
Anche io ho una piccola ditta di abrasivi, vedessi un mio nuovo prodotto utilizzato senza licenza, mi passerebbe anche a me la voglia di lavorare, senza una gratificazione corrispondente agli sforzi profusi.
Scrivo questo perchè da sempre credo nel mercato Pc e voglio sperare, un futuro, di vedere utenti un po' meno selvaggiamente animati dal tutto gratis, quasi viziati dal malcostume, con conseguente maggiore considerazione del nostro mercato, oggi soffocato da piazze come quella tedesca e inglese.
4 commenti:
Che tristezza... Sinceramente credo che alcuni usino veramente internet come banco di prova per i giochi e se gli piace lo comprano, ma concordo che la maggioranza fa come quel tipo, fa la lista e tira giù a botto... Che poi per PC si trovano prezzi molto inferiori a quelli dei giochi per console, non capisco proprio certi comportamenti...
sì chi scarica sarà disonesto ma come lo vogliamo chiamare un distributore che ti vende un prodotto ignobile a 50/60 euro? che non ti da nemmeno la possibilità di provarlo tramite una demo? che non è possibile ridare indietro un gioco perchè è orrendo? secondo me ognuno deve fare la sua parte, troppo facile scaricare sempre la colpa su una parte sola!
l'altra faccia della stessa medaglia:
http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2288033
Trovo incorretto demonizzare solo l'utente finale, sarebbe il caso di vedere ogni singola porzione dei soldi investiti quali tasche va a riempire IMHO.
Ho letto l'articolo che hai proposto Simone.
Il problema è una situazione di partenza, come in tutti gli ambiti in cui è possibile non pagare o avere gratis, che spinge a crearsi un alibi morale per quello che si fa.
"Non pago le tasse perchè il governo è ladro" può essere un costrutto significativo quanto "Non compro il videogioco perchè costano troppo".
Andare in un negozio di elettronica e fare la lista dei Download casalinghi trovo sia una prassi devastante, che non concede proprio nessun diritto all'utente, che in altri casi può barattare la possibilità di farlo con un più equo prezzo.
Inoltre, vedere titoli come Avencast, che viene meno di 10 euro già disponibili in canali alternativi mi fa scegliere vie differenti rispetti al pietismo, anche perchè chiunque è consapevole che un mercato più sano porterebbe necessariamente a una maggiore vivacità e varietà di idee.
Il movente può essere benissimo, come dice punto informatico, un mercato non armonizzato con le esigenze della clientela, ma sono anni che questa clientela, indipendentemente da tutto, che sia prezzo (Avencast), qualità (Half-life), modello di vendita (Steam) trova sempre il modo di non pagare nulla.
Basti vedere i dati di vendita di PSP, estremamente interessanti in Italia, quasi sempre superiori a Ps3, ma nelle vendite software c'è un rapporto di 5 a 1 a favore di quest'ultima meno diffusa, pur avendo i giochi PSP un costo nettamente inferiore.
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