martedì 19 agosto 2008

Cinema, Tv e videogiochi, trittico difficile.

Non bastava lo sdoganamento del videoludo da passione per pochi adepti interessati a fenomeno di massa plasmato per tutti, con spigoli abilmente arrotondati, senza più eccessi di infima bruttura, ma senza nemmeno vette di incredibile pregio.
Il Mass Market ora, sempre più, tende a promuovere l'uscita dei film più attesi, o degli avvenimenti sportivi più importanti dell'anno, con relative interpretazioni elettroniche degli stessi, che programmati con in mente solo e unicamente una data, uccidono quella poca creatività che la generalizzazione culturale non era riuscita a reprimere.
E' così che il Telefilm Lost ha avuto, era logico, la sua versione per computer, ovviamente di pessima fattura, o il recente Narnia, come il prequel, hanno partorito 2 titoli talmente piatti da essere ricordati solo per la loro bruttura.
Ci sarebbero altri mille esempi, come il vendutissimo Matrix, afflitto da talmente tanti Bug e dal gameplay così insensato, che ci chiediamo ancora come i fretelli Wachowsky abbiano potuto avallare tale schifezza, loro che si dicono appassionati di videogiochi.
Non a caso, dopo i continui fallimenti, ormai molti utenti partono prevenuti davanti a tali produzioni, e aggiungo, fanno bene.
Ma cosa succede se da un videogioco di successo tiro fuori un Film da botteghino?
Pare incredibile questa disincresia, o incompatibilità, ma anche in questo caso, tutti o quasi le produzioni che hanno preso a riferimento qualcosa di elettronico, hanno finito per produrre Film mediocri, fino a vere e proprie brutture low budget che hanno solo confermato che qualcosa nel sistema non sembra funzionare.
Eppure, molti Film presi dai fumetti sono veri e propri capolavori, penso a 300, o ancora V come vendetta, che non solo hanno guadagnato parecchio, ma sono pure prodotti di qualità. (per me infatti un successo commerciale non implica la bontà intrinseca dell'oggetto).
E' quindi interessante studiare il perchè di questi continui insuccessi e chiedersi, soprattutto, come mai sia così difficile cordinare le due arti per raggiungere qualcosa di interessante.
Il problema principale della trasposizione Film-Videogioco, oltre alle già citate tempistiche da rispettare e quindi la minor voglia e necessità di rischiare, è anche, secondo me, nel processo stesso di trasposizione.
Il videogioco è un'esperienza in prima persona attiva, che necessita di una serie di azioni-ragionamento detto volgarmente gameplay, immesso in un contesto complesso utile a far funzionare il primo (level design); tutto questo comparto deve a questo punto adattarsi a una storia raccontata passivamente e in terza persona, e quindi spesso si sceglie la formula più semplice: non si applica una vera e propria "trasposizione" ma si mischiano le due arti, quindi avremo una fase "videogioco" giocata che fa da ponte verso alcuni punti fissi utili a proseguire la storia raccontata nel film.
Sembra banale ma se ci si pensa, i veri e propri titoli di successo, sono solo quelli che si creano soltanto molto dopo l'evento cinematografico e che non mischiano le due arti, ma creano un parallelo tra le stesse, il che richiede molto più lavoro e studio.

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