mercoledì 21 gennaio 2009

Editoriale: vecchio amico Mouse

Sono passati diversi anni ormai da quando, il primo prototipo di “mouse” della storia, progettato da Doug Engelbart, ha preso forma e ha di fatto dato il via a tutta una serie di sviluppi futuri.
Abbiamo, invero, già trattato le diverse tipologie di prodotti moderni, e in questo intervento vorrei soffermarmi su altri aspetti, che un aggeggio di legno con un solo tasto ha portato nel mondo che più ci interessa, quello del Pc Gaming.

Da sempre parliamo di FPS o RTS, o ancora di giochi in terza persona, magari facendo poca o nulla attenzione a come queste categorie, in verità, ai tempi del bidimensionale come del tre D, sono tutti interpretazioni e adattamenti alla periferica che, per necessità (navigare, scrollare, movimenti di files sono più comodi indubbiamente) ha accompagnato i primi Pc (IBM compatibili per chi lo ricorda) fin dagli albori.

Certo c’erano già i primi Pad, c’era Atari, c’era il joypad, ma in un qualche modo queste periferiche erano funzionali al gameplay, ne subivano passivamente i giogo mentre su Pc il mouse lo creava proprio il gioco sfruttando le sue caratteristiche.
Come dimenticare quindi Civilization, che fu il primo esempio di videogioco unico e impossibile in altri ambiti, o ancora i primi geniali esempi 3D come Wolfenstein, titoli che ebbero l’impatto di creare un genere e di conseguenza una serie incalcolabile di esclusive per il nostro formato.

Se ci si pensa, spesso si abusa la parola rivoluzione, con nuovi prodotti grafici o processori che aggiungono pochissimo, certo affinano, ma non influenzano ne creano nuovi generi, ma solo interpretano gli esistenti un po’ meglio.
E di fatto, questo anzianotto aggeggio che sta alla mia destra, ora inutilizzato perché sto scrivendo, è forse il baluardo più forte, indistruttibile e inimitabile che l’evoluzione tecnica ci abbia regalato.

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